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Avellino riabbraccia Fiorentino Sullo

Nel cuore di Avellino, nella chiesa del Santissimo Rosario, si è svolta una cerimonia sobria ma intensa: la traslazione delle spoglie di Fiorentino Sullo, figura tra le più emblematiche della Democrazia Cristiana italiana, tra i padri della Costituzione e riformista dallo sguardo lungo. Una cerimonia che ha visto la partecipazione del presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, di autorità civili, religiose e istituzionali, tra cui il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, l’onorevole Gianfranco Rotondi, promotore dell’iniziativa, e il sindaco di Avellino Laura Nargi.

«Sullo è stato una persona che si è impegnata molto fin da giovane – ha dichiarato Fontana – e penso che questo rappresenti un esempio importante. All’interno del suo partito ha mantenuto posizioni spesso d’avanguardia, che talvolta hanno generato scontri, ma che riflettevano comunque una visione innovativa per l’epoca. È stato un uomo che ha dato molto alla Camera, al governo, all’Italia e, in particolare, a questi territori».

«Credo sia fondamentale ricordare il contributo di persone come lui, che hanno partecipato alla ricostruzione del nostro Paese dopo la seconda guerra mondiale. Grazie a loro, oggi possiamo vivere in un Paese che considero straordinario. Non dobbiamo mai dimenticare questa eredità, pur con tutti i problemi che ci troviamo ad affrontare. L’eredità lasciata da figure come Sullo resta, comunque, di grande valore e va sempre riconosciuta».

Il sindaco Laura Nargi ha reso omaggio con parole sentite: «Fiorentino Sullo torna nella sua Avellino. Oggi la nostra città accoglie con profonda commozione le spoglie mortali di Fiorentino Sullo e della sua amata Viretta, restituendo all’Irpinia uno dei suoi figli più autorevoli. A lui mi lega un ricordo di infanzia: Sullo frequentava la casa di mio nonno a Castelvetere, dove si discuteva di politica, di futuro, di giustizia. È lì che nacque probabilmente quella passione che lo portò a essere, a soli 25 anni, il più giovane tra i costituenti».

«Fu tra i primi a comprendere che lo sviluppo delle aree interne non poteva prescindere da un piano infrastrutturale moderno: portò l’autostrada a passare per Avellino e Benevento, creò le condizioni per un nuovo protagonismo dei territori dimenticati».

«A nome di Avellino e degli avellinesi – ha concluso – abbraccio con affetto la figlia Marcella e condivido con lei la profonda gratitudine di questa città».

Scritto da Redazione

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