La crisi politica al Comune di Avellino continua a far discutere, e questa volta a intervenire è il consigliere comunale di minoranza Nicola Giordano. In una dichiarazione che non lascia spazio a interpretazioni, Giordano punta il dito contro la gestione amministrativa del Sindaco Laura Nargi, chiedendo una svolta decisa per superare l’impasse politico.
Secondo Nicola Giordano, la crisi era già manifesta da tempo, ma la maggioranza avrebbe cercato di ignorarla. “Di fatto, quello che noi avevamo chiesto in Consiglio Comunale è una discussione su una crisi che era manifesta e che la maggioranza faceva finta di non vedere. Ora tutto è palesato”, afferma il consigliere.
Questa situazione, a suo avviso, è stata ulteriormente aggravata dal ritorno dell’ex sindaco Gianluca Festa sulla scena politica, che ha segnato un cambio di atteggiamento evidente. Giordano sottolinea come Nargi abbia rinunciato all’alleanza con il “Patto Civico”, un pezzo fondamentale della maggioranza che lo aveva sostenuto, e interrotto il dialogo con l’opposizione. “Riprendere i comportamenti tipici dell’amministrazione Festa significa tornare a una spesa fuori misura e fuori controllo”, denuncia.
Per Giordano, il Sindaco Laura Nargi si trova ora davanti a un bivio politico e amministrativo. “Il Sindaco deve decidere se essere l’eterno vice-Sindaco di Festa oppure il Sindaco autonomo di una maggioranza in Consiglio Comunale”, dichiara il consigliere, sollecitando una scelta che metta fine all’ambiguità.
La richiesta di Giordano è chiara: aprire una crisi vera, che porti a una ridefinizione delle alleanze e delle responsabilità. “Ci aspettiamo che il Sindaco apra una vera crisi, forse anche con gesti estremi, dimettendosi. Questo metterebbe a nudo le posizioni di tutti, spingendo chi vuole continuare a gestire nell’ombra a uscire allo scoperto”.
Il consigliere conclude auspicando maggiore trasparenza e coerenza nell’azione amministrativa. Secondo lui, è necessario che la maggioranza decida se continuare con un programma che, fino a oggi, non è stato messo in discussione, oppure se affrontare una verifica seria delle posizioni interne.
La domanda fondamentale, ormai, è una sola: l’attuale amministrazione saprà trovare la forza per superare le divisioni interne e rilanciare l’azione di governo, oppure si arriverà a una rottura definitiva?
