L’Assise ha votato a favore degli indirizzi per la gestione dell’impianto sportivo comunale, stabilendo criteri e modalità per la futura concessione. La proposta, illustrata all’Aula dall’assessore al Patrimonio Mario Spiniello, ha ottenuto il via libera con i soli 19 voti della maggioranza. L’opposizione consiliare, tuttavia, ha sollevato diverse perplessità, chiedendo una revisione dei criteri di concessione, sottolineando la necessità di una maggiore apertura dell’impianto anche ad associazioni sportive e non solo a enti pubblici.
La concessione, come stabilito dal Consiglio comunale di Avellino, avrà una durata fino al 30 giugno 2026, con possibilità di proroga di ulteriori 12 mesi a discrezione del Comune di Avellino. Il criterio di aggiudicazione sarà quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, valorizzando l’esperienza nella gestione di impianti sportivi analoghi e la capacità di massimizzare l’utilizzo dell’impianto a favore della comunità. Particolare attenzione sarà data a eventuali proposte di riqualificazione dello stadio, purché rispettino la destinazione d’uso dell’impianto.
Il canone concessorio minimo è stato fissato a 100.000 euro annui, oltre IVA al 22%, con possibilità di rinegoziazione in base all’ampliamento della capienza dello stadio o alla promozione della squadra in serie superiori. Inoltre, il Consiglio ha approvato la Carta dei Servizi, in cui sono stabilite le tariffe per l’affitto dello stadio a terzi.
L’assessore Spiniello ha precisato che tutti gli oneri e le utenze saranno a carico del concessionario. Nel caso in cui la gestione venisse affidata a un soggetto diverso dall’Us Avellino, il bando prevederà comunque l’obbligo di garantire alla squadra biancoverde l’utilizzo dell’impianto per disputare le proprie partite di campionato. Spiniello ha inoltre garantito l’impegno dell’amministrazione comunale affinché, qualora il bando fosse vinto da una società diversa dall’Us Avellino, il futuro gestore conceda comunque l’uso dello stadio alla squadra per poter competere nella categoria di appartenenza, come previsto dalla normativa.
