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Comune Avellino- Nargi sfida festiani : “Avellino non si ferma, e neanche io”

Avellino – Nell’Aula consiliare di Palazzo di Città, là dove si presume che la politica si faccia istituzione e non messinscena, il sindaco di Avellino, Laura Nargi, ha rotto il silenzio. L’ha fatto nel modo più diretto che le era consentito: con una conferenza stampa, convocata motu proprio, per dire – parole sue – “alla città, con grande chiarezza” ciò che, nei palazzi, da settimane si sussurra ma non si ammette.

«Una città – ha esordito – che non può fermarsi, non può aspettare, ma che è rimasta attonita e spiazzata, da quanto è avvenuto incomprensibilmente negli ultimi mesi, ed è stato cristallizzato inequivocabilmente dall’ultimo Consiglio comunale».

Il riferimento, tutt’altro che velato, è al voto contrario espresso da una parte della sua stessa maggioranza sul bilancio consuntivo, l’atto più tecnico e meno politico che un’amministrazione possa licenziare, e che, paradossalmente, è stato scelto come campo di battaglia per un regolamento di conti tutto interno. «Una parte consistente della mia maggioranza – ha detto – ha scelto di votare contro se stessa, a dispetto di tutto ciò che questo voto avrebbe comportato, di negativo, per l’Amministrazione in carica e soprattutto per la città».

Le motivazioni? «A dir poco lacunose», sostiene il sindaco, che parla di modalità «poco ortodosse dal punto di vista istituzionale» e di un dialogo tentato più volte, e ogni volta respinto al mittente. La questione di fondo – questa, sì, politica – riguarda non tanto l’oggetto del voto, quanto l’intenzione che vi si è voluta annodare: «Un Consuntivo – ha puntualizzato – non rappresenta un atto politico in quanto non è un atto di programmazione, ma l’atto che serve a certificare il risultato della gestione finanziaria». Eppure è stato usato – dice – «per sfiduciarmi».

Per Avellino, che ha – dati alla mano – una dotazione finanziaria straordinaria, l’ipotesi di un blocco amministrativo rischia di tradursi in una perdita netta. «Abbiamo a disposizione fondi complessivi per 150 milioni di euro – ha ricordato – da spendere e rendicontare entro la fine dell’anno 2026». Poi ha elencato: 17 milioni dal programma Prius per la rigenerazione urbana, 45 milioni dal PNRR per mobilità, sport, cultura, digitalizzazione e sicurezza, altri 7 dal Pon Metro Plus, 5 milioni dai fondi FSC per opere e progetti strategici, e infine, ulteriori 77 milioni per edilizia scolastica, sportiva, residenziale e viabilità. A cui si sommano 13 milioni per il parco della Stazione e «altri fondi ancora» in attesa di formalizzazione.

Il punto, per il sindaco, è chiaro: un commissario, in un tempo limitato e con strumenti ancor più limitati, non potrebbe che amministrare l’ordinario. Ma Avellino – è l’avvertimento – rischia di perdere l’opportunità di una trasformazione profonda: «Un anno, forse un anno e mezzo di commissariamento – ha affermato – e Avellino avrebbe la certezza di perdere queste importanti risorse».

Non si tratta, dunque, di salvare un’amministrazione, ma – nelle intenzioni di chi guida la città – di scongiurare una paralisi. Da qui l’appello, che sa di ultima carta da giocare: «Chiedo ai consiglieri responsabili, ai partiti che hanno i loro rappresentanti in Consiglio comunale ed ai politici irpini, di non sprecare questa storica opportunità».

La proposta è quella di un “Patto per la città”, un accordo a tempo determinato – e non meno a termine nei toni – «che duri il tempo necessario per onorarlo», teso a «garantire buona amministrazione, crescita e risposte ai cittadini». Una tregua, se non proprio una pace. E se non sarà armata, poco ci manca.

Infine, un ritorno alle origini: «“Rivoluzione gentile” – ha concluso – non è solo un motto da campagna elettorale, è un modo di interpretare la politica e la vita amministrativa che sento aderente alla mia sensibilità, alla mia cultura politica e lasciatemelo dire anche al mio essere donna in politica».

Una chiusa misurata, forse voluta, con quel tono di orgoglio che non urla ma insiste. Il tempo dirà se sarà l’epilogo o l’inizio di qualcosa. La cronaca, per ora, registra che ad Avellino, almeno per oggi, la politica ha parlato. Resta da capire se saprà anche ascoltare.

Scritto da Redazione

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