Nel pieno della crisi politica che ha investito il Comune di Avellino, il Partito Democratico si ritrova attraversato da dubbi e tensioni interne. Se la posizione ufficiale finora è stata netta nel respingere qualsiasi ipotesi di intesa con la sindaca Laura Nargi, nel partito cominciano ad affiorare segnali di incertezza. A fare chiarezza, almeno dal suo punto di vista, è Antonio Gengaro, consigliere di minoranza in Consiglio comunale.
“All’interno del nostro partito c’è un dibattito civile e aperto” afferma Gengaro, che rivendica l’atteggiamento tenuto dalle opposizioni finora: “Credo che le opposizioni abbiano dato prova di serietà, coerenza e intransigenza. Tornare indietro oggi sarebbe molto difficile. Abbiamo già votato contro il consuntivo, e non per strategia politica, ma per un giudizio nel merito: quel consuntivo porta il Comune al fallimento, con milioni e milioni di euro di debiti. Non si può semplicemente far finta di nulla”.
Per Gengaro, il tema centrale resta la lealtà: “Dobbiamo essere leali con i cittadini che ci hanno dato fiducia, ma anche con gli elettori della stessa Nargi”.
Secondo il consigliere, la maggioranza che aveva sostenuto la sindaca è ormai venuta meno, e non ha senso tentare di rimettere insieme i pezzi. “È ora di prenderne atto e tornare al voto. L’offerta della sindaca di ricostruire è tardiva, e si basa su giustificazioni risibili, come la paura di perdere i fondi. Ma il commissario prefettizio avrebbe tutti i poteri, anche quelli del Consiglio Comunale, e potrebbe approvare i progetti senza difficoltà”.
Sul piano politico, Gengaro non risparmia critiche. “La sindaca non ha mostrato alcun gesto di disponibilità: non si è dimessa, non ha azzerato la Giunta. Una Giunta in cui figura un assessore già membro dell’amministrazione del Comune di Monteforte, poi sciolto per camorra. A livello puramente politico, non mi sembra il miglior biglietto da visita”.
Non solo. A preoccupare è anche la prospettiva di un’alleanza trasversale: “C’è anche l’ipotesi che entri in Giunta il segretario cittadino di Forza Italia: in questo modo avremmo una sorta di governo senza Ciampi, ma con Nargi ancora sindaca, e con tutte le controindicazioni del caso. Il PD, a livello nazionale, ha appoggiato governi nei quali non era uscito vincitore: alcuni nel partito hanno questa tendenza, perdono le elezioni e poi si precipitano a occupare ogni strapuntino di potere disponibile. Ma l’elettorato, quando ci si comporta così, punisce. Tant’è che a un certo punto il PD è sceso al 15-16% nel Paese. Oggi si sta riprendendo grazie a una segretaria giovane, progressista e dinamica, che sta ricostruendo un campo di centrosinistra”.
Gengaro tiene a precisare che la sua candidatura non è frutto di una decisione unilaterale del PD: “È nata dall’associazione ControVento, sostenuta da tutta la sinistra irpina e dal Movimento 5 Stelle. Quando si sceglie un sindaco, lo si fa insieme. Ma se si tratta di occupare posti di potere, non può decidere una sola parte del partito. Questo non è un modo sano di vivere un partito”.
Infine, una riflessione sul futuro dell’amministrazione e sulla figura del sindaco uscente: “Per quanto riguarda lo ‘spauracchio’ di Festa: io penso che, in questa fase, il sindaco uscente abbia messo in atto politiche autolesioniste e sia in crisi. Ma Festa e Nargi sono, come ho detto più volte, due metà della stessa mela. Simul stabunt, simul cadent: insieme stanno, insieme cadranno. Chi teme ancora il ritorno di Festa e per questo si aggrappa all’attuale amministrazione, sbaglia. Non possiamo vivere nella paura di un singolo personaggio. Se così fosse, tanto varrebbe chiudere tutto e andarcene a casa”.
