Si è riunita questo pomeriggio la direzione provinciale del Partito Democratico di Avellino con all’ordine del giorno le vicende politiche del Comune di Avellino. L’organismo ha approvato all’unanimità degli aventi diritto al voto il documento presentato e proposto dalla segreteria provinciale del partito.
Di seguito il testo del documento approvato:
“La Direzione Provinciale del Partito Democratico di Avellino, riunita in data odierna, intende esprimere con chiarezza la propria posizione in merito alla crisi politica in atto al Comune di Avellino, offrendo un contributo responsabile e costruttivo nel solco di una linea politica coerente e orientata al bene comune.
- Il no del Partito Democratico al “Patto per Avellino” proposto dalla sindaca Nargi
La sindaca di Avellino, Laura Nargi, ritrovatasi priva di una maggioranza consiliare, ostaggio da un anno delle pretese egemoniche dell’ala festiana, che hanno di fatto paralizzato la sua azione amministrativa, ha recentemente rivolto un appello a tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale – di maggioranza e di opposizione – per sottoscrivere un cosiddetto “patto per la città”. Un’idea vaga, che non abiura il passato e che non ha la forza di determinare alcuna novità in termini politici.Il Partito Democratico, perciò, ribadisce con fermezza il proprio no a questa proposta, che si configura come un tentativo tardivo e confuso di tenere in piedi un’amministrazione politicamente delegittimata. Da qui la decisione di votare “No” al bilancio consuntivo nel corso della seduta di Assise del prossimo 17 luglio. In linea, d’altronde, con quanto accaduto nelle settimane scorse.
Non si tratta, come qualcuno vorrebbe far credere, di una scelta dettata da calcoli o da convenienze personali ed elettorali, ma della volontà di mantenere una posizione di coerenza e responsabilità. Il PD non può aderire a un’operazione che, in assenza di una visione programmatica chiara e condivisa, rischia di essere solo un compromesso di corto respiro, utile a prolungare artificialmente una fase di profonda precarietà politica. Staccare la spina a questo punto può apparire traumatico, ma è un atto di responsabilità nei confronti della Città che non merita questo mediocre stillicidio.
