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Va sotto sul bilancio, ad Avellino cade il sindaco Nargi

La seduta consiliare di oggi, si è chiusa con un voto che non può essere letto soltanto come la bocciatura di un atto contabile. Il bilancio consuntivo dell’amministrazione guidata da Laura Nargi, respinto con 18 voti contrari contro 15 favorevoli, segna la fine formale di un’esperienza politica che, già nei mesi precedenti, aveva mostrato segni evidenti di affaticamento. Il conseguente commissariamento dell’ente non è dunque un esito inatteso, ma piuttosto l’epilogo di un processo di logoramento interno che ha reso via via più difficile la tenuta della maggioranza.

È durato appena un anno il mandato della sindaca Laura Nargi. Alle 19:18 di oggi, con il voto contrario al Rendiconto di Gestione 2024, il Consiglio comunale ha di fatto sancito la fine anticipata dell’amministrazione. Diciotto voti contrari contro quindici favorevoli hanno decretato la caduta della Giunta e del Consiglio, spalancando le porte al commissariamento e a nuove elezioni previste per la primavera 2026.

E dire che l’assise era iniziata anche positivamente per la prima cittadina con il presidente Ugo Maggio che aveva annunciato il passaggio al gruppo misto non solo del consigliere Gerardo Rocchetta, come ampiamente anticipato, ma – a sorpresa – anche di Mario Sorice. Entrambi hanno lasciato la pattuglia “festiana” che però mantiene ferme le posizioni degli altri nove consiglieri. E il colpo di grazia arriva con il “no” di Rino Genovese e con quello del consigliere Pd Ettore Iacovacci che alla fine si allinea ai dem e vota contro.

A votare a favore i soli gruppi “Siamo Avellino”, “Coraggio per Avellino” e i due indipendenti Rocchetta e Sorice. Ma non è bastato. Con la bocciatura del rendiconto scatta automaticamente l’iter per lo scioglimento del Consiglio comunale. Nelle prossime ore sarà avviata la procedura per la nomina di un commissario prefettizio che guiderà l’ente fino alla tornata elettorale del 2026.

Le ultime parole in consiglio di Nargi prima di chiudersi in silenzio nel suo ufficio al primo piano di Palazzo di Città: “E’ stata un’amministrazione osteggiata dal primo minuto. Non sto qui a piangermi addosso, ho delle colpe e ho chiesto scusa. Tuttavia arrivo a questo momento importante serenamente, perché ho fatto tutto quello che potevo. Ho lavorato incessantemente con senso del dovere e delle istituzioni, cercando fino all’ultimo di tenere unita la maggioranza. Potevo vivacchiare, come mi hanno anche suggerito, ma ho scelto di non farlo. Ho scelto di stoppare un modo di fare che non mi ha permesso di amministrare.”

Scritto da Redazione

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