Il sistema penitenziario italiano continua a stare male, e non da oggi. Questa mattina, una delegazione di Radicali Italiani, con l’onorevole Toni Ricciardi del Partito Democratico, ha visitato la Casa circondariale di Napoli Poggioreale e quella di Avellino “Bellizzi”. Il mandato era chiaro: vedere, ascoltare, confrontare le promesse del Parlamento con la realtà di chi, in quelle mura, vive o lavora.
“Intanto mi permetto di sottolineare con una certa soddisfazione la funzione dell’opposizione, questo è stato un carcere che io ho attenzionato con tre interrogazioni parlamentari, alle quali Del Mastro ha risposto in aula e sottolineando come siano intervenuti rispetto alla pianta organica, i numeri e quant’altro.” – ha dichiarato l’on. Toni Ricciardi (PD) in visita al Carcere di Bellizzi – “Poi è chiaro che le criticità sono nella struttura storica in sé per sé, se si è evaso da questo luogo per l’altezza delle mura, mi sembra che le questioni siano strutturali. Abbiamo visto delle sezioni nuove, abbiamo visto ad esempio la biblioteca, è stata molto impattante, perché noi abbiamo denunciato più volte al governo il fatto che i bambini non debbano stare nelle carceri, però quando tu entri in un istituto del genere e vedi una stanza disegnata come se stessi in un asilo nido è impattante, capisci che quella cosa non deve stare lì dove la stai vedendo. Dopodiché abbiamo registrato un fatto molto spiacevole che ha compromesso anche rispetto ai fatti accaduti negli ultimi due anni: c’è una fase acuta di congelo per malattie, soprattutto il fine settimana”.
“In carcere ci sono persone che non ci devono stare perché soffrono di gravi malattie psichiatriche – ha proseguito Filippo Blengino, Segretario del Comitato Nazionale Radicali Italiani – perché sono a contatto con del personale che ovviamente non ha una professionalità per poterle gestire, di poter anche contenere in determinati casi che meritano strutture alternative. Quelle strutture si chiamano REMS, purtroppo sono fallimentari perché hanno pochissimi posti. C’è poi un altro allarme psichiatrico che riguarda depressioni, tentativi di suicidi, atti autoadesivi. Qua ce ne sono meno rispetto agli altri istituti, ma comunque è un fenomeno che non è ignorabile. Parliamo di un istituto che è sovraffollato, oggi sono 540 detenuti a fronte di 500 posti. Teniamo in considerazione che con il caldo lo stare insieme fino a 6 o 7 in una stessa cella, pur essendo la struttura migliore di altre, sicuramente non è un qualcosa di ottimale o contribuisce a quello che dovrebbe essere lo spirito della pena, cioè il rinserimento sociale che evidentemente non funziona dato il tasso di recidiva. C’è una parte dedicata all’infermeria di questa struttura che è in condizioni fatiscenti di tutta evidenza da un punto di vista strutturale e da un punto di vista di condizione degli spazi”.
“Il padiglione nuovo da un punto di vista strutturale è molto buono rispetto al padiglione vecchio, ci sono arredi, ci sono i blindi, i bagni in condizioni buone, c’è il problema dell’acqua che ovviamente si sente anche all’interno dell’istituto. – conclude Blengino.
